E’ la frase tratta da un verbale che è stata poi presa come esempio di stupidità. Questa paradossale affermazione racchiude in se una visione possibile, una versione integrata della realtà, dove due opposti vengono visti come un insieme.

Stiamo assistendo un questo tempo alla progressiva disfatta della sanità pubblica che, nel tentativo di limitare la spesa, disfa senza sostituire, distrugge senza proporre.

Ma vediamo insieme cosa sta accadendo. Ci sono delle evidenti criticità alle quali è arrivato il momento di porre un rimedio. Pare che il 70% delle richieste di aiuto medico sia incongrua, ovvero non è di pertinenza del medico. Sono lontani i tempi in cui il medico, una sorta di missionario, cercava di capire cosa avesse la persona nel presentarsi sofferente e sapesse quando era il caso di effettuare accertamenti o somministrare una cura e quando invece indirizzare l’attenzione verso altri aspetti della vita. Oggi un medico missionario finisce presto in manette. Ed è così che nasce la MEDICINA DIFENSIVA, ovvero l’assenza di attenzione per la persona che viene sostituita da l’inutile ricorso ad accertamenti di tutti i tipi.

Questo ci fa fare un’ipotesi del perché si stia smantellando il sistema sanitario, perché è un sistema che ha fallito nel suo compito di aiutare l’uomo a prendersi cura di sé.

“IL DIRITTO ALLA SALUTE: LA SITUAZIONE SARDA” è il tema di cui si è parlato il 26 aprile presso la COMUNITA’ LA COLLINA a Serdiana (CA) dove sono intervenuti i medici Massimo Dadea, Mondino Ibba, Claudia Zuncheddu, coordinati dal giornalista Ottavio Olita.

Dalle relazioni presentate è emerso il timore che, in contemporanea il progressivo smantellamento di strutture pubbliche esistenti, alcune di eccellenza, porti semplicemente a demandare la sanità ad organizzazioni private di respiro multinazionale, dove quello che conta è solo far quadrare i conti e risparmiare denaro, ovvero l’aspetto economico.

In realtà, a mio modesto parere, probabilmente sta accadendo qualcosa di molto più importante e significativo, sta avvenendo un cambiamento epocale. Proviamo a parlarne.

La nuova coscienza dell’umanità sta condizionando tutta l’organizzazione sociale a partire dalle istituzioni e quindi i governi. E’ la nuova umanità che emerge e che fa si che nessuno sia più disposto a subire precetti e normativi che non siano in linea con la verità dei fatti. Una sanità che funziona male esprime una visione erronea della vita e del suo senso. Sembra scientifico solo quello che è dimostrato dai dati sperimentali e che danno poi origine ai protocolli ma, in realtà, anche i dati sperimentali sono condizionati da logiche di potere e di denaro. E’ altrettanto scientifico invece quello che emerge dalle consapevolezze del singolo cittadino e che può essere ottenuto dalla rilevazione delle sue esperienze soggettive. Sono due metodi scientifici diversi ed egualmente validi: ANALISI DEI DATI SPERIMENTALI E ANALISI DELLE RILEVAZIONI SOGGETTIVE. In pratica il metodo scientifico può seguire due vie: studiare i dati emersi dagli esperimenti clinici, studiare le interviste sulle esperienze soggettive dei pazienti.

Il consenso informato in campo medico è pura utopia nella realtà occidentale, nel senso che equivale alla firma del modulo illeggibile del contratto di assicurazione dell’auto. Non abbiamo la mentalità adatta a far si che l’uomo venga visto nella sua interezza e rispettato nel suo bisogno di scegliere liberamente il suo destino, non siamo abituati a tenere conto delle sue consapevolezze acquisite e di conseguenza disponibili come risorsa.

Ed è quindi in questo disastro di prevaricazione del senso della vita che sta compiendosi il nuovo disastro della prevaricazione dei bisogni dell’uomo, come se due disastri si annullassero. La svolta potrebbe essere invece l’apertura all’integrazione, l’uscita dalla rigidità della visione della vita e dell’uomo in ambito sanitario. Stiamo quindi probabilmente assistendo alla svolta verso la nuova umanità in tutti i campi, quello sanitario compreso.

Le iniziative private non sono solo “le cliniche private” così come le intendiamo oggi, sono invece nuove realtà che potrebbero funzionare sulla base dei valori autentici dell’uomo nella misura in cui agiscono per il vero bene dell’uomo. La Comunità la Collina, una struttura privata inserita nel territorio, ne è un esempio.
E’ arrivato il tempo di pensare alla nascita di comunità di professionisti integrati che utilizzino al meglio le loro competenze, nel rispetto dei valori essenziali. E’ il tempo di recuperare il sogno missionario frustrato di tanti medici, psicologi ed operatori nei vari campi del benessere.

Pensate, dei nuovi centri sanitari convenzionati d’eccellenza dove liberamente il cittadino afferisce sulla base delle sue preferenze, gestiti liberamente da coloro che ne hanno competenza e facoltà perché illuminati da una visione dell’uomo rispettosa del suo valore intrinseco. Non più quindi macellerie dei valori dove ciò che conta sono i falsi bisogni al servizio del nulla. Pensate, una medicina integrata con tutte le risorse esistenti nel territorio, una medicina integrata con la spiritualità, ovvero con una visione della vita che promuova la crescita interiore dell’uomo capace di chiedersi perché sia nato e perché viva su questa terra.

Qualcuno dice che non si può soffiare e succhiare nello stesso tempo, ma in realtà basta essere in due e questo diventa possibile. Uniamo le forze, le idee, le volontà, le risorse, uniamoci sulla base sei valori autentici e assisteremo ad una nuova sanità in linea con la nuova umanità. I nostri figli ce lo dimostrano, sono continuamente in contatto con i loro pari e si confrontano continuamente. I genitori e gli insegnanti faticano a stargli dietro. Saranno loro forse ad imporre all’umanità un nuovo modello di vita, dove tutte le forme di prevaricazione dell’uomo sull’uomo saranno progressivamente annullate per dare spazio alla libertà dell’esistere, dove le unicità di persone diverse saranno compatibili tra loro.

La porta era ermeticamente socchiusa, perché è possibile integrare diversità apparentemente inconciliabili, che in realtà sono inconciliabili solo in conseguenza dei pregiudizi dell’uomo, in conseguenza delle prevaricazioni culturali dell’uomo sull’uomo.